Ci sono alcuni artisti o pittori che trovano nella loro carriera o vita artistica un elemento comune e per i quali professano una predilezione molto speciale. Van Gogh ei suoi girasoli è uno degli esempi a cui possiamo rapidamente rivolgerci per trovare una massima in certi pittori se non quasi dire in molti.
La scorsa settimana mi sono ricordato un pittore ungherese iperrealista che aveva la figura della donna come tema ricorrente in gran parte del suo lavoro. Qualcosa che accade con Iván Aivazovski nel suo devozione ai porti turistici e quei paesaggi dove la linea dell'orizzonte è tracciata da un mare o oceano infinito.
Aivazovski è un pittore armeno-russo che alla fine del XIX secolo ne dipinse alcuni opere di paesaggi marini di alta qualità che danno la sensazione di potersi immergere in quell'onda che sta per precipitare su uno dei lati di quelle navi che hanno affrontato le tempeste tempestose.
Un lavoro che mescola la forza del mare e quella dei cieli scolpire una perfetta simbiosi, dove il blu è il colore predominante per andare ai toni più scuri e chiari, oppure per essere impregnato di giallo che dona i toni più verdi in certi momenti della giornata dove la limpidezza dell'acqua lascia il posto al caldo e rilassato di un mare calmo nelle sue acque.
Un pittore che ha ottenuto un riconoscimento generale per la sua capacità di ricreare con una qualità sublime il potere della natura e degli oceani al loro apice, ovvero quando la tempesta trasforma queste correnti in onde pericolose alte molti metri.
Un eccellente pittore che condividiamo da queste righe con alcune delle sue opere che mostrano quella passione per il mare, la sua tranquillità e la sua ferocia.